Dolce&Gentile

SPQRCA
Copertina e quarta di copertina di SPQRCA di Vincenzo Gentile (collaborazione poetica di G. Dolce)

Vincenzo Gentile, con la collaborazione di Giuseppe Dolce per la parte poetica – insomma: Dolce&Gentile – ha realizzato SPQRCA, una pubblicazione artistica e foto-poetica sull’arte contemporanea, su Roma e sulla sua immortale immondizia. La poesia che ha dato lo spunto per l’operazione SPQRCA, Non è vero che a Roma siamo sporchi si può leggere in rete sul sito www.perdersiaroma.it, che ospita gran parte delle foto-poesie di Dolce&Gentile.

Pagine 3-4 di SPQRCA

Casualmente, Non è vero che a Roma siamo sporchi non è entrata nella pubblicazione a stampa Roma è tutta scena, che raccoglie le foto-poesie di Dolce&Gentile 2017-2020. Di qui, da questa casuale omissione, è nato il progetto di sostituire la fotografia che accompagna la poesia su www.perdersiaroma.it con un materiale fotografico molto più vasto, suddiviso in due categorie: fotografie di immondizia romana e riproduzione di opere d’arte contemporanea, con qualche sconfinamento nella tecnologia e nell’arte classica. Gli effetti sintagmatici creati da Vincenzo Gentile possono dirsi memorabili.

Da qui si può accedere a un breve video di presentazione di SPQRCA. Chi è interessato a riceverne una copia, può scrivere a d.giuseppe@fabiokefa.it

Roma è tutta scena

Riproduco qui Nascita della foto-poesia in sette mosse, il testo introduttivo al volume Roma è tutta scena (Roma, 2020) che raccoglie le foto-poesie di Dolce&Gentile pubblicate sul sito www.perdersiaroma.it tra il 2017 e il 2019.
All’introduzione segue l’elenco delle foto-poesie, molte delle quali sono leggibili in rete.

NASCITA DELLA FOTO-POESIA IN SETTE MOSSE

La storia comincia con Gentile che fotografa da anni persone e cose lungo il tragitto casa-lavoro-casa per un suo progetto artistico, parzialmente precipitato in Camerabus (2019, 2 voll.). Prosegue con Dolce che fa leggere a Claudio Damiani le prose del suo Catalogo dei suonatori di strada (ancora in fieri). Terza mossa: Damiani presenta Dolce a Roberto Carvelli, perché pensa che quei testi potrebbero interessargli per il suo sito www.perdersiaroma.it. Quarta mossa: in effetti Carvelli pubblica una parte del Catalogo sul sito. Quinta mossa: Dolce parla a Carvelli del progetto fotografico di Gentile e Carvelli risponde che potrebbe pubblicare anche queste foto, ma accompagnate da prose parallele, cioè prose che raccontino il tragitto casa-lavoro-casa di Dolce, facendo incontrare due mondi distinti, due persone, due tecniche espressive, due punti di vista sulla città. Sesta mossa: Dolce&Gentile accettano con entusiasmo la proposta. Settima mossa: quello che Dolce tenta di scrivere è in versi, soprattutto endecasillabi. Così, in sette mosse, nasce la foto-poesia, un genere d’arte nuovo. Dolce&Gentile avvicinano i rispettivi mondi artistici e trovano un’area di sovrapposizione in cui il linguaggio della fotografia e quello della poesia riescono a formare un linguaggio foto-poetico che si addice alla descrizione della vita quotidiana per le strade della città. La foto-poesia – è qui la sua pretesa di originalità – non si appiattisce sull’istante, ma costruisce su di esso una prospettiva poetica tridimensionale.
A conclusione del discorso, Dolce desidera ricordare il pittore Massimo Bernardini e il suo gruppo degli Artisti di Fortebraccio (che, finché è durato, comprendeva anche Silvio Costabile, Gianni Palmigiani in arte Boltar e Giuseppe Scelfo) con il quale nel 2008 (Eramare) ha cominciato una lunga collaborazione in qualità di poeta. Le intuizioni e i progetti di Massimo Bernardini, che ha sempre esplorato il dialogo fra le arti e il coinvolgimento del pubblico nell’attività pittorica, sono un fondamentale modello per le foto-poesie.
Giuseppe Dolce e Vincenzo Gentile

Foto-poesie

Le foto-poesie qui di seguito elencate dal numero 1 al 18 sono state pubblicate per la prima volta sul sito www.perdersiaroma.it di Roberto Carvelli nella sezione Poesie. Ciascuna è seguita da due date. La prima, tra parentesi, si riferisce alla stesura della poesia. La seconda è la data di pubblicazione sul sito. Le poesie elencate dal numero 19 in poi sono inedite (ma la n. 24 è stata poi pubblicata il 9 febbraio 2020).

1) L’uomo-bottiglia (7 Ottobre 2017) è stata pubblicata il 9 ottobre 2017;
2) Lamento Romano (11 ottobre 2017) il 24 ottobre 2017;
3) Audiofantasma (16 ottobre 2017) il 13 novembre 2017;
4) Cinque esercizi di mistica automobilistica a Roma (15 ottobre 2017) il 21 novembre 2017;
5) Arroganza nei peggiori bar (23/10/17) il 27 Dicembre 2017;
6) Persistenza degli antichi dèi nel quartiere Trieste (26/11/17), l’8 Gennaio 2018;
7) Con allegria s’impongono le cose (11/17), il 15 gennaio 2018;
8) Stra-dà 1 – Liberazione della mente (12/17), il 2 febbraio 2018;
9) La mattina allo specchio non mi guardo (02/18), il 28 febbraio 2018;
10) Guerra e pace in pizzeria alla Garbatella (25/01/18), il 14 marzo 2018;
11) Tutti Cesare (26/02/18), il 28 marzo 2018;
12) Neo-neorealista (09/03/18), il 19 aprile 2018;
13) Pausa caffè (30/04/18), l’8 giugno 2018;
14) Stra-dà 2 – Allungamento della vita  (06/18), 7 luglio 2018;
15) Erbacce senza nome (09/05/18), il 16 luglio 2018;
16) Non di muri (03/11/18), il 10 dicembre 2018;
17) Gettate l’immondizia come capita! (10/01/18), il 9 gennaio 2019;
18) Visto da Roma il cielo è sempre azzurro (15/05/19), 16  maggio 2019;
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19) La candela come regalo di nozze (19/10/17);
20) Monumento ai falliti (15/12/17);
21) Canto del saggio storno (frammento) (17/01/18);
22) Bis! Bis! Torna a Surriento! (4/03/18);
23) Color di gloria (21/05/18);
24) Tutta scena (16/05/19);
25) Foto di donne nude (21/12/19) prima stesura: il 24/05/18.

NOTE

Arroganza nei peggiori bar. Rispetto a quello pubblicato sul sito, il testo qui stampato presenta alcune varianti testuali. La più rilevante è “per la strada” invece di “in metro” al v. 35.
La candela come regalo di nozze. Il testo è stato scritto in occasione del matrimonio di Ilaria e Tommaso. La poesia non sarebbe qui pubblicata se non avesse trovato nella foto la sua anima gemella. In fondo, però, questo è vero per ogni poesia e per ogni foto.
Non di muri. Di questa foto-poesia vorremmo evidenziare il muro apparente che occupa la parte inferiore della foto. A guardare bene, non è un muro: è una scalinata. Ci piacerebbe che la foto-poesia fosse un muro solo a un primo sguardo, mentre, a guardare bene, fosse una scalinata. Può darsi che tutto il segreto sia nella pratica del guardare bene, che vuol dire anche ascoltare, sentire, annusare bene. Soffermarsi.
Persistenza degli antichi dèi nel quartiere Trieste. Poco dopo che la poesia fu scritta, l’edificio che l’aveva ispirata venne ristrutturato. L’edera potata, il giardino pulito, tutto il verde ricondotto alla ragione umana. Giustamente la foto non ritrae l’edificio: ciò che persiste è sempre altro da ciò che appare allo sguardo e niente è più fuggevole della solidità.

RINGRAZIAMENTI

Grazie a Roberto Carvelli, che non solo ha ospitato le foto-poesie sul suo sito, ma ci ha dato l’idea di mettere insieme fotografia e scrittura per descrivere la vita nelle strade di Roma. Grazie a tutte le persone fotografate, perché sono meravigliose. La bellezza di una città è essenzialmente una qualità delle persone che vivono e camminano per le sue strade.