La figlia di Istanbul

LA FIGLIA DI ISTANBUL (1935)

di Halide Edip Adivar
traduzione di Fabio De Propris (2010)

Il romanzo di Halide Edip (o Edib) Adıvar La figlia di Istanbul, il cui titolo originale è Sinekli Bakkal (alla lettera: ‘il droghiere – o la drogheria – assillato dalle mosche’) è un classico della letteratura turca del XX secolo. Il romanzo narra la vita di un gruppo di artisti: il pianista italo-spagnolo Peregrini, la giovane cantante Rabia e l’attore di strada Tevfik. I personaggi sono inseriti in una rete fittissima di relazioni familiari e sociali, che vanno dal nonno di Rabia – il severo e avaro imam del quartiere, il primo ad accorgersi delle straordinarie qualità vocali della nipote e a volerle utilizzare per fare di lei una pia cantrice dei versetti del Corano – fino al potente Pascià, buono con i familiari e feroce con i nemici del Sultano, tra i quali un giorno scopre suo figlio Hilmi. La figlia di Istanbul è un affascinante affresco in cui personaggi appassionati e intimamente veri vivono le loro vicende sentimentali, politiche e artistiche al tramonto dell’impero ottomano, mentre già si affaccia sul palcoscenico della storia la generazione dei Giovani Turchi.

Halide Edip Adıvar


      Halide Edip (o Edib) Adıvar (Istanbul 1882-1964) fu la prima donna a diplomarsi al liceo americano di Istanbul agli inizi del Novecento. Si dedicò con passione all’insegnamento e alla politica, avvicinandosi al movimento dei Giovani Turchi. Seguì nel cuore dell’Anatolia Mustafa Kemal Atatürk per combattere la Guerra d’Indipendenza, ma per dissensi politici con il grande leader si ritirò in esilio volontario insieme al secondo marito Adnan Adıvar. Il romanzo La figlia di Istanbul (Sinekli Bakkal, pubblicato nel 1935 sia in inglese, col titolo The Clown and his Daughter, sia in turco) è il principale prodotto della sua attività di scrittrice nell’epoca dell’esilio, cui si affianca un lungo elenco di romanzi, saggi e opere autobiografiche. Tornata in Turchia alla morte di Atatürk, Halide Edip Adivar insegnò letteratura inglese all’università. Negli ultimi anni della sua vita fu deputata parlamentare, sentendosi però sempre in primo luogo una scrittrice e un’intellettuale.
      La mia è la prima traduzione italiana del romanzo ed è condotta sul testo turco. Nella postfazione al romanzo spiego le ragioni di questa scelta, che è essenzialmente dovuta a ragioni estetiche (il testo turco è migliore) e politico-culturali (la traduzione inglese risente di un gusto orientaleggiante che manca nel testo turco, più asciutto ed efficace perché rivolto a un pubblico di connazionali trattati come cittadini di un moderno stato occidentale).

Alphonse Mucha, Ritratto di Halide Edib Adıvar (1928), Mucha Foundation